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Vivere in natura: il meteo e le stagioni

  • Immagine del redattore: Atarakè APS
    Atarakè APS
  • 28 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Un’esperienza autentica

Ci sono conoscenze che si possono trasmettere con parole, immagini, racconti. E poi ci sono quelle che si scoprono con il corpo, con i sensi, con il tempo. Le stagioni, il clima, la luce e il buio non sono concetti da imparare, ma esperienze da attraversare, pezzi di mondo da sentire sulla pelle, sotto le mani, negli occhi spalancati sulla meraviglia.

Nelle nostre proposte educative vediamo ogni giorno bambini crescere immersi nel ritmo autentico delle stagioni. Nella balotta (asilo in natura 3-6 anni) e nel dopo La scuola in natura per la primaria, i piccoli esploratori ed esploratrici non guardano il mondo dalla finestra colorando su un foglio un albero stilizzato con i colori dell’autunno, ma raccolgono foglie umide di pioggia, sentono il vento tra i rami e osservano le sfumature infinite che tingono il paesaggio.

Nel nostro lavoro ci ispiriamo a Friedrich Froebel, padre del concetto di “giardino d’infanzia”, che sosteneva che il gioco libero in natura fosse il mezzo più potente per sviluppare l’intelligenza e la creatività del bambino. Teniamo come riferimento anche John Dewey, che affermava che l’apprendimento avviene attraverso l’esperienza diretta: i bambini non apprendono in modo passivo, ma interagendo con il mondo che li circonda, facendo, sperimentando, esplorando.

Ci guida inoltre il pensiero di David Sobel e del suo approccio place-based education, che sottolinea come i bambini sviluppino un legame più profondo con ciò che conoscono e vivono in prima persona. Toccare la corteccia di un albero, seguire con lo sguardo il volo di un uccello, sentire il profumo della pioggia: sono esperienze che costruiscono un legame emotivo e cognitivo con la natura, rendendo l’apprendimento più significativo.

All’aria aperta, i bambini non osservano la natura come spettatori, ma la abitano, la vivono, la attraversano. Scoprono come la luce cambia durante il giorno, come il vento sposta le nuvole, come la pioggia trasforma il terreno. Non c’è bisogno di schemi preconfezionati, né di laboratori che simulino fenomeni già presenti nella realtà: il mondo offre ogni giorno la sua lezione, basta saperla accogliere ed a volte rilanciare con giochi che permettano il sedimentarsi degli apprendimenti, stimolando il piacere di ricordare e creare connessioni di senso tra sensazioni e pensieri.

Facciamo nostra anche la visione di Edith Cobb, che nei suoi studi su infanzia e creatività ha evidenziato come il contatto con la natura sia essenziale nello sviluppo dell’immaginazione e del pensiero divergente. Le esperienze all’aperto offrono ai bambini la possibilità di creare narrazioni proprie, sperimentare materiali naturali e sviluppare un senso di connessione profonda con il mondo.

L’approccio di Claire Warden alla outdoor education ci ispira nell’importanza di un ambiente naturale ricco di stimoli autentici. Nei nostri progetti, privilegiamo materiali aperti e reali, come rami, pietre e foglie, piuttosto che giocattoli costruiti per un uso specifico. Questo rispecchia anche la filosofia di Reggio Children, che valorizza l’utilizzo di loose parts e materiali autentici, naturali, per favorire il gioco spontaneo e creativo.

Questo approccio educativo non è solo esperienza, è autenticità. Non offre risposte pronte, ma apre la strada alla scoperta. Non impone verità, ma allena lo sguardo a cogliere connessioni, dettagli, sfumature. Vivendo il mondo in prima persona, i bambini sviluppano un pensiero più profondo e flessibile, capace di adattarsi, di interrogarsi, di meravigliarsi. E così crescono non solo con più conoscenza, ma con più curiosità, più apertura, più intelligenza. Perché chi impara davvero non è chi memorizza, ma chi sa guardare il mondo con occhi vivi e presenti.

Non vogliamo chiuderci nello sposare un approccio singolo e definito, ma aprirci alla conoscenza e all'approfondimento continuo. Per questo, ci lasciamo guidare da tanti pensatori e pedagogisti, riflettendo a fondo sul loro pensiero e mettendolo in relazione con ciò che viviamo realmente nel quotidiano. Solo così possiamo offrire ai bambini esperienze autentiche, radicate nella realtà e sempre in evoluzione.


Maria Passaniti


Riferimenti bibliografici


  • Froebel, F. (1887). The Education of Man. Translated by W. N. Hailmann. D. Appleton and Company.

  • Dewey, J. (1938). Experience and Education. Macmillan.

  • Sobel, D. (2004). Place-Based Education: Connecting Classrooms & Communities. Stenhouse Publishers.

  • Cobb, E. (1977). The Ecology of Imagination in Childhood. Columbia University Press.

  • Warden, C. (2010). Outdoor Learning in the Early Years: Management and Innovation. Routledge.

  • Reggio Children (1993). The Hundred Languages of Children: The Reggio Emilia Approach to Early Childhood Education. Abbeville Press.



 
 
 

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